pensandosi
26\06\25
dalla coda dell’aereo mentre le hostess vendono un caffè fumante a un uomo che guarda fuori dal finestrino, presente e distratto.
È un attimo che fa la differenza, è un attimo di consapevolezza all’interno di un’eternità di rincorsa. È un continuo ricercarsi per un impercettibile ritrovarsi, sentirsi, fermarsi e comprendersi o semplicemente ascoltarsi.
Ognuno a modo suo cerca di scavare a fondo per poter esprimersi al meglio. Io mi sento diverso, mi sento in ricerca di qualcosa che probabilmente non si può raggiungere perché non è nulla di materiale, non è un titolo, non è un luogo, non è nulla di tangibile. In realtà con le parole è impossibile descrivere il concetto perché sarebbe come descrivere una sensazione, è quella che ricerco ma non perché non sappia come sia, non conosca la sua essenza, ma proprio il contrario. È proprio l’averne sentito i tratti, è stato il percepirla consapevolmente, è il suo continuo ricordo, vago, malinconico, che genera la sua mancanza e così la spinta nel ricercarla. È incredibilmente complicato perché, seppur si tratti di una sensazione personale, individuale, nasce e si concretizza solo all’interno di un contesto che è condiviso.
Ecco la follia della vita, ecco la grande magia della vita, l’entusiasmo del vivere non è mai un sentimento isolato, tutto si sviluppa e si orienta nell’incontro, nella condivisione, nella costruzione di quello che noi siamo nel rapporto con gli altri, con coloro che si intrecciano con la nostra vita per poi esser scelti. È questo che rende il tutto così raro e così sfuggevole, non dipende solo da noi ma dall’incontro di persone e momenti, nella condivisione di ideali, nel sentirsi uniti in un momento e in un unico pensiero.
Nel scrivere queste parole confusionali nella mia mente mi rendo conto di quanto sia assurdamente impossibile il conseguimento di tale ideale e di come sia giustificata la malinconia e il senso di solitudine nel momento appena successivo alla forza di un momento come quello descritto. Ricerco nel profondo grandi risposte a domande che non riesco nemmeno a formulare ma che appena posso percepire. Mi limito a questo, cerco la consapevolezza, cerco tutto ciò che mi può tenere ancorato a questa sensazione ed è difficilissimo perché tutto ci spinge ad allontanarci da questo ideale, da questo sottilissimo desiderio. Bisogna prestare un’attenzione molto misurata per rendersi conto della direzione, di quello che si sta vivendo, di ciò che ci circonda e che ci vive dentro.
Più resto presente e ancorato alla mia essenza, più cerco di comprendere le emozioni dei momenti, di quelli vissuti, di quelli idealizzati, di quelli desiderati, e più mi ritrovo smarrito sì, ma alle volte davvero felice.